Se alcune situazioni non sono tue e non
ti appartengono, non potrai mai renderti conto di cosa significa
provare nostalgia di posti, cose, aria, profumi, sapori e persone.
I portoghesi sono sicuramente stati più
bravi nel descrivere queste sensazioni.
Basta che
dicano saudade e sai
immediatamente di cosa stanno parlando.
Ettore vive a Roma
con me. Stiamo insieme e stiamo bene.
Le sue origini, sua
madre, le sue sorelle, la sua terra.
Quando
torna a casa, non è
soltanto il figlio/fratello che torna, ma è la persona che sta
lontano da tutti e che nel giro di pochi giorni deve, prima di tutto,
rendere partecipe e coinvolgere la sua famiglia in quella parte di
vita che non ha potuto condividere con i suoi affetti e deve anche
fare il pieno di tutto per avere la scorta che gli permetta di
affrontare i mesi di lontananza.
L'abbraccio della
madre... la sua parmigiana di melanzane, l'agnello fritto, il sartù
di riso, la passeggiata con le sorelle a vedere la campagna o il giro
al mercatino.
Poi quest'anno è
ancora di più un vero e proprio viaggio di emozioni.
Complice il fatto
di passare queste vacanze nella casa dei nonni materni.
Qui ogni cosa, ogni
oggetto ha una storia da raccontare... un ricordo da rivivere
insieme.
Tra qualche ora
ci raggiungeranno gli amici e staremo un po' in giro per il Gargano.
Poi ripartiremo
verso Roma ma lui resterà ancora.
Continuerà
a godersi il suo "ritorno a casa"
per qualche altro giorno.
E va bene così.
Quante cose si
danno per scontate.
Di cosa parlavo
all'inizio del post?? parlavo proprio di me e di quanto sia naturale
vivere con Ettore nella nostra casa, in mezzo alle nostre cose.
Non ci penso spesso
che lui possa sentire la saudade...
Poi, soprattutto io
che sono un caso anomalo... ma vedere ed essere parte della vita di
Ettore/figlio, Ettore/fratello/cognato/zio/papà... devo dire che è
uno spettacolo.
E' come vedere il
percorso di tante frecce tirate che partono però tutte dallo stesso
arco
Bene, in tutto questo percorso emozionale potrebbero mai mancare i sapori??
Sarebbe un sacrilegio.
Passiamo alle ricette. Queste non sono ricette qualsiasi, sono ricette di famiglia.
Antiche, con gusti speciali.
Sarebbe un sacrilegio.
Passiamo alle ricette. Queste non sono ricette qualsiasi, sono ricette di famiglia.
Antiche, con gusti speciali.
La cucina pugliese
è già ricca di suo e la mamma di Ettore, con i suoi splendidi 85 anni, potrebbe tranquillamente
essere la porta bandiera.
Le dosi sono esagerate, ricche, eccessive e grasse. In una sola parola... fantastiche!!
Le dosi sono esagerate, ricche, eccessive e grasse. In una sola parola... fantastiche!!
Il sartù di riso
1 kg di riso
500 g di burro
250 g di Mortadella
300/400 g di Parmigiano
8/10 uova
Noce moscata
Mozzarella
Pangrattato
Burro
(dosi per circa 10/12 persone)
(dosi per circa 10/12 persone)
Lessare il riso fino a metà cottura.
Scolarlo bene, mettere il burro (circa 400 g) quando è ancora caldo.
Farlo leggermente intiepidire
Inserire le uova una alla volta.
Aggiungere il parmigiano e la mortadella a pezzetti
Ungere la teglia con burro e pangrattato.
Posizionare metà riso.
Coprire con una sfoglia di mozzarella.
Mettere l'altra metà di impasto.
Chiudere con parmigiano mischiato con pangrattato e burro a fiocchi.
Mettere in forno a circa 180/200 gradi per 20 minuti e fino a quando avrà fatto la crosta.
Una ricetta da provare con moderazione. Crea dipendenza.
Questi sono i viaggi del cuore che preferisco.
A presto, forse alla prossima saudade... o forse no.
Enjoy!
Rita
Mettere in forno a circa 180/200 gradi per 20 minuti e fino a quando avrà fatto la crosta.
Una ricetta da provare con moderazione. Crea dipendenza.
Questi sono i viaggi del cuore che preferisco.
A presto, forse alla prossima saudade... o forse no.
Enjoy!
Rita
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